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La contrattazione collettiva, è sempre attuale?

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La contrattazione collettiva, in questo caso parliamo di AA.EE.CC., ha una funzione importantissima ed indispensabile nel processo del rapporto tra mandante ed agente. Essa viene stipulata e sottoscritta tra i sindacati delle aziende (Confindustria, Confcommercio, Confapi...) ed i sindacati degli agenti commerciali.

A differenza di quanto avviene negli altri paesi europei, dove la contrattazione collettiva è inesistente, in Italia la negoziazione sindacale riveste un enorme valore ed una vera necessità vista la poca chiarezza delle norme, la lungaggine delle fasi giudiziarie e la scarsa propensione dei giudici verso l'agente, che viene ritenuto spesso un imprenditore al pari della mandante.

Per questi motivi la contrattazione collettiva spesso è già obsoleta nel momento della sua sottoscrizione. Nell'universo del rapporto di agenzia vi sono di fronte due opposti interessi:

  • da una parte la mandante con la continua ricerca di abbattimento dei costi, di aumento degli utili e costante ricerca di controllo del lavoro dell'agente;
  • da una parte l'agente con la sua propensione all'autonomia e all'incremento dei propri introiti.

Pensare anche solo lontanamente che le due figure possano in qualche modo trasformarsi da controparti a partner è pura utopia, occorrerebbe un salto culturale ideologico che in pochissimi sarebbero disposti a fare. Ma andiamo con ordine. Quali sono gli aspetti controversi di questo rapporto? Da una parte la mandante ha molta difficoltà ad accettare l'agente come lavoratore autonomo, volendo per sua natura dare indirizzi e controllare tutto l'operato; dall'altra l'agente, in quanto tale, essendo libero di agire in piena autonomia, non vuole essere legato da lacci e lacciuoli, anche perché è pagato solo per ciò che veramente produce. La mandante vorrebbe interpretare le norme a proprio piacimento; ritiene che il codice civile sia dalla sua parte quando stabilisce "l'agente deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute"; pretende che l'agente "obbedisca" a tutto ciò che gli impone, servendosi di contratti capestro e richiedendo rapportini su ogni singola visita, elenco dei clienti visitati e dei motivi per cui il cliente non ha acquistato o ha acquistato poco; vorrebbe inoltre conoscere con largo anticipo l'itinerario che l'agente ha predisposto per quel tale giorno, oltre ai nomi dei clienti che andrà a visitare.

E' pur vero che l'AEC esclude tassativamente tutto ciò. L'art. 1 infatti, al quinto capoverso recita: "... senza obblighi di orario di lavoro e di itinerari predeterminati. Le istruzioni di cui all'art. 1746 del codice civile devono tenere conto dell'autonomia operativa dell'agente o rappresentante...".

Ben sappiamo però come i contratti sottoscritti siano pieni di articoli vessatori che, anche se nulli da un punto di vista giuridico, riescono comunque a condizionare l'operato dell'agente con la continua spada di Damocle: "se non ti sta bene te ne vai". E conosciamo purtroppo quanto sia difficile in questa nazione trovare un altro mandato. Ma vi è molto di più. Alcuni agenti stanno ricevendo in "dono" dalle mandanti tablet o Ipad, per poter comunicare in tempo reale con la casa madre, controllare il magazzino, inviare ordini, emettere bolle di consegna, ed in alcuni casi, emettere anche la fattura.

In realtà le motivazioni di tanta attenzione da parte delle mandanti sono due: la prima è quella di trasferire all'agente alcuni compiti che in passato venivano svolti all'interno dell'azienda, come quello di compilare la scheda cliente, inserire l'ordine, controllare il magazzino con notevole risparmio economico all'azienda e maggiori oneri per l'agente; la seconda è quella di controllare e conoscere ogni spostamento dell'agente, ogni sosta, i tempi di visita, i luoghi. Esiste inoltre un'applicazione che, se attivata negli strumenti digitali, permette all'azienda di monitorare l'attività dell'agente 24 ore su 24, allo scopo di intimorirlo.

Queste modalità sono vietate, ma spesso il soggetto sottoposto a questa specie di "mobbing" è un agente monomandatario, quasi sempre con patto di non concorrenza post contrattuale, per uno o due anni, lo pone in una situazione di vera e propria sudditanza.

Questi sono alcuni dei motivi per cui la contrattazione cerca di intervenire e regolamentare i vari aspetti, ed ecco perché la partecipazione degli agenti alla vita sindacale e la loro adesione sono sempre più fondamentali.

Giovanni Di Pietro