Il Governo stringe sugli affitti brevi ma c’è un modo furbo e assolutamente legale per evitare di dover aprire la Partita Iva. Vediamo cosa si può fare.
Dal prossimo anno si metterà male per i proprietari di immobili che hanno realizzato un piccolo business con gli affitti brevi. Con la Manovra di Bilancio 2026, il Governo introdurrà nuove regole penalizzanti dal punto di vista fiscale e molti rischiano di dover aprire la Partita Iva e abbandonare l’agevolazione della cedolare secca.

Una situazione non facile, dunque, per tutte quelle persone che consideravano gli affitti brevi un modo per arrotondare uno stipendio o una pensione troppo esigua. Del resto, tuttavia, negli ultimi anni il fenomeno degli affitti ai turisti ha creato parecchi disagi in molte città. Oltre all’over tourism che ha compromesso il benessere degli abitanti, il problema più serio è quello dell’emergenza abitativa.
In molte città intere famiglie non riescono a trovare un appartamento in quanto, per i proprietari, è molto più conveniente affittare per 30 giorni ai turisti piuttosto che affittare con il classico contratto 4+4. Di conseguenza l’Esecutivo ha deciso d’intervenire con regole che potrebbero sembrare disincentivanti come l’obbligo di aprire la Partita IVA a partire dalla terza casa messa a rendita. Ma attenzione: c’è un trucco del tutto legale per cavarsela.
Affitti brevi: ecco come evitare la Partita IVA
Nuova stretta sugli affitti brevi a partire dal 2026: per molti scatterà l’obbligo di aprire la Partita IVA. Ma c’è un trucchetto assolutamente legale per evitare questo inconveniente. Di seguito vediamo cosa bisogna fare per non venire penalizzati.

Quello degli affitti brevi, negli ultimi anni, è diventato un business enorme soprattutto nelle città a vocazione turistica come Roma, Milano, Venezia, Napoli, Firenze e moltissime zone del Sud Italia dove sia noi italiani che gli stranieri amiamo trascorrere le vacanze. Per i turisti c’è il vantaggio di risparmiare rispetto al classico hotel e godere di maggiore autonomia. I proprietari, del resto, guadagnano molto di più rispetto agli affitti per lunghi periodi.
Questo, però, ha creato diversi problemi: hotel spesso vuoti, over tourism e famiglie che non riescono a trovare una casa in cui vivere stabilmente. Da qui la decisione del Governo Meloni d’introdurre nuove regole per il 2026. La più importante consiste nell’obbligo di aprire la Partita IVA a partire non più dal quinto ma già dal terzo immobile messo a rendita. Una vera e propria penalizzazione per tanti. Ma si può evitare? Sì, c’è un trucco furbo ma assolutamente legale.
Il modo per evitare di aprire la Partita IVA consiste nell’intestare una parte degli immobili ad un altro familiare. Se, ad esempio, io avessi 4 case da mettere a rendita, potrei tenerne 2 intestate a me e le altre 2 potrei intestarle a mio marito o a mio figlio o a mia sorella. In questo modo potrei continuare a beneficiare della cedolare secca al 21% senza dover aprire la Partita IVA.





