Rivalutazione delle pensioni: ecco chi da gennaio invece di avere un aumento ci perderà dei soldi

Rivalutazione dovrebbe significare pensione più ricca. A gennaio, invece, molti ci perderanno. Vediamo chi saranno i malcapitati che inizieranno il 2026 un po’ più poveri.

A gennaio, come di consueto, le pensioni aumentano in virtù dell’adeguamento all’inflazione. Come già comunicato, nel 2026 la rivalutazione degli assegni Inps sarà pari all’1,4%: meglio dello 0,8% del 2025 ma ben distante dal 5,4% del 2024 e ancor di più dall’8,1% del 2023.

uomo anziano seduto sul divano che mostra un portafoglio vuoto
Rivalutazione delle pensioni: ecco chi da gennaio invece di avere un aumento ci perderà dei soldi/usarcinotizie.it

Del resto, però, ogni anno la rivalutazione cambia poiché viene stabilita tenendo conto dell’andamento dell’inflazione nei primi nove mesi dell’anno precedente. In parole semplici: la percentuale dell’1,4% fissata per il 2026 è stata decisa tenendo conto di come si è comportata la curva dell’inflazione tra gennaio e settembre 2025. A rigor di logica, dunque, entrando in atto la rivalutazione, da gennaio gli assegni previdenziale, seppur di non molto, aumenteranno.

Non per tutti però. Purtroppo ci saranno dei pensionati che a gennaio non solo non vedranno la pensione crescere ma, addirittura, la vedranno decrescere. Un dramma che va a colpire una fascia di popolazione già piuttosto fragile come è appunto quella dei pensionati che, quasi sempre, non hanno altra fonte di reddito se non l’assegno mensile dell’Inps.

Pensioni: ecco chi ci perderà da gennaio

Ancora brutte notizie sul fronte delle pensioni che, come sempre, restano il nodo più difficile da sciogliere per ogni Governo. Le nostre speranze di vederle crescere, anche questa volta, resteranno deluse: nel migliore dei casi gli assegni saranno rivalutati dell’1,4%. Nel peggiore, invece, qualcuno ci rimetterà addirittura un bel po’ di soldi.

uomo anziano con le braccia incrociate e l'espressione arrabbiata
Pensioni: ecco chi ci perderà da gennaio/usarcinotizie.it

Come anticipato nel paragrafo precedente, nel 2026 la rivalutazione degli assegni Inps sarà pari all’1,4%. Tale percentuale, però – che corrisponde al 100% dell’andamento dell’inflazione – verrà applicata solo agli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo dell’Inps, cioè alle pensioni fino a 2413,60 euro lordi al mese.

Gli assegni d’importo compresi tra 4 e 5 volte il trattamento minimo saranno rivalutati al 90% dell’inflazione e, infine, gli assegni che superano di 5 volte il trattamento minimo dell’Inps saranno rivalutati solo al 75% dell’inflazione. Questo vuol dire una cosa: se una pensione viene rivalutata meno rispetto a quello che è l’andamento dell’inflazione, il percettore avrà meno potere d’acquisto. In parole povere: tutti coloro che hanno una pensione superiore a 2413,60 euro lordi al mese, di fatto, ci perderanno. Più alto è l’assegno previdenziale e più elevata sarà la perdita.

Chi, ad esempio, prende una pensione di 2500 euro lordi al mese, perderà solo 1,56 euro in un anno mentre chi riceve una pensione di 6000 euro lordi avrà una perdita di circa 146 euro. E’ vero che riceveranno più soldi ma è anche vero che quei soldi avranno meno valore nel 2026 rispetto al 2025 perché, nel frattempo, l’inflazione è aumentata facendo aumentare di conseguenza i prezzi di tutto, compresi i beni di prima necessità. E la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente nel corso dell’anno perché la curva dell’inflazione potrebbe salire ancora rispetto all’1,4% stimato.

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