Sembra una cosa banale ma fare i bonifici tra i parenti può avere queste problematiche. Andiamo a vedere cosa fare.
Ogni anno, soprattutto nei periodi di festa, milioni di italiani spostano denaro con un semplice clic. Un gesto rapido, apparentemente innocuo. Eppure, proprio quei trasferimenti così comuni possono finire sotto una lente molto particolare.

Non parliamo di truffe sofisticate né di conti offshore, ma di qualcosa di molto più vicino: i bonifici tra parenti. All’inizio sembrano solo regali, aiuti, piccoli sostegni familiari. Ma quando le cifre si ripetono o crescono, qualcuno potrebbe iniziare a farsi delle domande. E quel qualcuno è il Fisco.
Perché certi bonifici fanno scattare l’allarme
Il periodo natalizio è solo la punta dell’iceberg. Durante l’anno, genitori che aiutano i figli, fratelli che si sostengono, nonni che fanno un regalo: tutto normale. Ma per l’Amministrazione finanziaria, ogni movimento di denaro è un dato, e alcuni dati possono sembrare sospetti.

Non solo bonifici: anche versamenti e prelievi possono finire sotto controllo. L’obiettivo è uno solo: individuare eventuali redditi non dichiarati o fonti di denaro non giustificate. Ed è qui che nasce il dubbio: un semplice aiuto familiare può essere scambiato per reddito nascosto?
La svolta arriva dai giudici (ma non subito). Per anni la questione è rimasta in una zona grigia. Poi, un caso concreto ha cambiato prospettiva. Un imprenditore pugliese riceve denaro dalla madre pensionata e dalla sorella, dipendente pubblica. L’Agenzia delle Entrate chiede spiegazioni. In primo grado, il Fisco vince.
Sembra l’ennesima storia di controlli stringenti. Ma è solo a metà del percorso che il quadro si chiarisce. Cosa ha stabilito davvero la Cassazione La decisione finale ribalta tutto. La Corte di giustizia tributaria della Puglia, richiamando l’orientamento della Cassazione, afferma un principio chiave:
I bonifici tra familiari non sono automaticamente reddito imponibile. Perché scatti una tassazione, deve essere il Fisco a dimostrare, in modo preciso e documentato, che quelle somme siano legate a un’attività economica tassabile.
Se il denaro proviene da redditi già tassati (come pensioni o stipendi pubblici) e ha una finalità di sostegno, non c’è illecito. In altre parole:
la solidarietà familiare non è un reato fiscale. Come evitare problemi: la chiave è la causale
C’è però un dettaglio che fa la differenza tra tranquillità e accertamento: la causale del bonifico. Scrivere “bonifico” o lasciare il campo vuoto non è una buona idea. Più la motivazione è chiara, meno spazio c’è per interpretazioni.
Causali consigliate, meglio indicare esplicitamente l’intento, ad esempio:
- regalo
- donazione
- prestito infruttifero
- regalia per laurea
- aiuto familiare per spese
Non serve un linguaggio legale. Una frase semplice come “regalo per acquisto prima auto” è più che sufficiente. La regola d’oro: spiegare in poche parole perché stai trasferendo quei soldi. Esiste un limite massimo ai bonifici tra parenti? Qui arriva la risposta che molti aspettano. No, non esiste un limite di importo prestabilito.
Non è la cifra a determinare il problema, ma:
- la coerenza con i redditi di chi invia il denaro
- la chiarezza della causale
- la tracciabilità dell’operazione
Un bonifico elevato può essere legittimo quanto uno piccolo, se è spiegato e giustificato. Il vero segreto per dormire sonni tranquilli
Alla fine, il mistero si scioglie. I bonifici tra familiari non sono pericolosi, ma nemmeno invisibili. Basta poco per evitare fraintendimenti: trasparenza, coerenza e una causale scritta bene.
Perché anche il gesto più semplice, se non spiegato, può sembrare qualcosa che non è. E quando si parla di soldi, meglio non lasciare spazio ai dubbi.





