Sembra impossibile ma le pensioni stanno per aumentare. Andiamo a vedere i nuovi importi e cosa cambia veramente.
Un piccolo segnale, un dettaglio che sembra invisibile… ma che nel 2026 può fare la differenza. C’è un numero che a gennaio tornerà a comparire nei cedolini di molti italiani.

Non è una cifra clamorosa, non fa rumore, eppure riguarda oltre la metà dei pensionati. Un aumento silenzioso, quasi impercettibile per alcuni, decisamente più rilevante per altri.
All’inizio sembrerà solo una rivalutazione come tante ma non è così
Andando avanti, il quadro diventa più chiaro. Il primo indizio: un adeguamento automatico. Ogni anno il sistema previdenziale fa i conti con l’inflazione. Anche il 2026 non fa eccezione.

Il meccanismo è noto, ma i suoi effetti cambiano molto a seconda dell’importo percepito. Per gli assegni fino a 1.000 euro, l’adeguamento è pieno: +1,4% sull’importo lordo mensile. Tradotto in numeri:
- chi è vicino ai 1.000 euro vedrà un aumento fino a 14 euro al mese
- chi percepisce importi più bassi riceverà incrementi proporzionati
Nulla di straordinario, verrebbe da pensare. Ma è solo l’inizio. Quando la cifra conta più dell’aumento. C’è una soglia che nel 2026 diventa decisiva: 611,85 euro al mese. È il nuovo valore del trattamento minimo. Ed è qui che la storia cambia direzione.
Sotto questa cifra non vale la stessa regola per tutti. Chi percepisce una pensione inferiore al minimo, e non ha altri redditi rilevanti, può ottenere un’integrazione fino a raggiungere quella soglia. Esempio pratico:
- pensione di 300 euro → integrazione di oltre 200 euro
Ma attenzione:
- non ne hanno diritto coloro che hanno una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo
- serve almeno un contributo versato prima del 31 dicembre 1995
Il secondo aumento (che pochi notano) per le pensioni sotto il minimo non c’è solo l’integrazione. Nel 2026 arriva anche una rivalutazione straordinaria.
- aliquota: 1,3%
- importo annuo massimo: circa 100 euro
È un aumento che si somma alla rivalutazione ordinaria e spetta anche a chi non riceve l’integrazione al minimo. Un dettaglio tecnico? Forse. Ma per molti assegni bassi, è proprio qui che il totale inizia a cambiare volto.
Il vero colpo di scena: l’incremento al milione. A questo punto emerge il cuore della manovra. Con la Legge di Bilancio 2026 viene rafforzata la cosiddetta maggiorazione sociale, nota come incremento al milione. Una misura pensata per portare gli assegni più bassi verso una soglia considerata “dignitosa”.
Chi ne beneficia:
- pensionati over 70
- età riducibile fino a 65 anni con almeno 25 anni di contributi
- inclusi anche assegno sociale e pensioni di invalidità civile
Cosa cambia nel 2026
- aumento aggiuntivo di 20 euro
- rivalutazione inclusa
Risultato finale: l’assegno può arrivare a circa 770 euro al mese, contro i circa 739 euro precedenti.
Alla fine non era solo un piccolo aumento. Quello che sembrava un semplice adeguamento automatico nasconde in realtà un sistema di incrementi stratificati, che premia soprattutto chi si trova sotto i 1.000 euro e, ancora di più, chi è sotto il trattamento minimo.
Non tutti riceveranno la stessa cifra. Non tutti capiranno subito perché. Ma da gennaio 2026, per molti pensionati, il cambiamento sarà reale — anche se silenzioso.





