Truffe telefoniche sempre più sofisticate (e lo spoofing è sempre più diffuso): come riconoscerle e difendersi

Truffe telefoniche e spoofing: come riconoscere i raggiri più comuni e perché verificare sempre di persona può evitare gravi conseguenze.

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i tentativi di truffa ai danni di cittadini comuni, spesso messi sotto pressione da telefonate apparentemente credibili. A rendere questi raggiri particolarmente insidiosi è il contesto: chiamate che sembrano provenire da enti affidabili, consulenti riconoscibili, numeri ufficiali. E proprio per questo, basta un momento di distrazione perché il rischio diventi concreto (sebbene il trucco sia essere sempre diffidenti – non fidarsi è meglio).

Pericolo truffe telefoniche
Truffe telefoniche sempre più sofisticate (e lo spoofing è sempre più diffuso): come riconoscerle e difendersi – usarcinotizie.it

Ma non si tratta di pura teoria: due episodi ravvicinati riportati dai media veneti hanno mostrato con chiarezza quanto il confine tra allarme e truffa possa essere sottile. In entrambi i casi, sono stati i clienti stessi a evitare conseguenze ben più gravi.

Nel primo episodio, una cliente ha ricevuto diverse telefonate da una persona che si presentava come consulente, chiedendo informazioni riservate, tra cui il PIN. Insospettita, la cliente ha deciso di recarsi direttamente allo sportello nel padovano. Il chiarimento è stato immediato: nessun operatore reale avrebbe mai richiesto dati sensibili per telefono. La raccomandazione, ribadita con fermezza, è sempre la stessa: non comunicare mai codici, password o dati personali, e verificare di persona qualsiasi richiesta dubbia.

Pochi giorni dopo, un secondo caso sempre nella città veneta: una telefonata che segnalava la presunta scadenza di un contratto telefonico e proponeva il passaggio urgente a un nuovo operatore, con la promessa di condizioni più vantaggiose. La cliente, inizialmente convinta, ha poi deciso di chiedere conferma allo sportello. Anche in questo caso, la verifica tempestiva ha permesso di bloccare la migrazione del numero e annullare l’operazione prima che diventasse irreversibile.

Situazioni come queste non sono eccezioni, ma esempi sempre più frequenti di un fenomeno che sfrutta la peculiarità dei servizi digitali. Ma è possibile (ed è doveroso) non cascarci e l’antidoto è il più antico del mondo: serve solo una buona dose di prudenza.

Cos’è lo spoofing e perché è così pericoloso

Alla base di molti di questi tentativi di frode c’è una tecnica chiamata spoofing, ormai ampiamente diffusa (e che è il corrispettivo telefonico del phishing). In termini semplici, lo spoofing consente ai truffatori di camuffare il numero o il nome del mittente, facendo apparire una chiamata o un messaggio come se provenisse da un soggetto affidabile: una banca, un ufficio postale, un operatore telefonico.

Il telefono può quindi mostrare un numero reale o un nome conosciuto, inducendo la vittima ad abbassare le difese. Una volta stabilito il contatto, il truffatore crea un’urgenza artificiale — nei casi succitato, una consulenza e un aumento tariffario — per spingere la persona a fornire dati sensibili o ad accettare operazioni non richieste.

È importante chiarirlo: nessun ente serio (ma anche non serio – le credenziali non le deve chiedere nessuno) chiede PIN, password, codici OTP o estremi bancari per telefono o via SMS. Allo stesso modo, qualsiasi proposta contrattuale comunicata solo a voce dovrebbe essere sempre verificata, chiedendo documentazione scritta e prendendosi il tempo necessario per controllare.

La strategia più efficace resta sorprendentemente semplice: non fidarsi dell’urgenza, interrompere la comunicazione e rivolgersi direttamente allo sportello fisico o ai canali ufficiali.

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