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Formazione

La resilienza

RESILIENZA

Quando vedi tutto nero la cosa più saggia da fare non è continuare a dirti che è buio ma chiederti dova sia luce.

Sembra un proverbio cinese o una frase Zen, e magari lo sarà pure, ma in realtà è una mia personale riflessione per spiegare perché è importante la resilienza.

La frase racchiude l'essenza del coaching che, prendendo spunto dalla maieutica socratica, insegna che l'unico modo per trovare ottime risposte è farsi eccellenti domande e in secondo luogo perché ci invita ad andare verso un obiettivo (la luce) e non a scappare da qualcosa (il buio).

Per fare questo dobbiamo allenare un'abilità che, in misura minore o maggiore (o meglio più o meno allenata), abbiamo tutti: la resilienza.

Volendo essere tecnici, una buona sintesi per descrivere la resilienza potrebbe essere: "capacità di far fronte alle difficoltà riorganizzando positivamente la propria vita rimanendo sensibili alle opportunità esistenziali positive". Qui verrebbe da dubitare che si tratti di uno slogan del solito "fanatico" dell'ottimismo in preda agli effetti di qualche calumet della pace o altra sostanza da nostalgico hippy. In realtà il resiliente non è beato tra le nuvole a sognare un mondo migliore nel frattempo dimenticando di viverlo. Al contrario è in campo a vivere la vita consapevole che non tutto potrà andare come desidera, ma metterà in atto delle strategie per superare nel modo migliore gli eventi difficili! Si tratta in sostanza di un modo di affrontare la vita funzionale al problem solving.

Come tutte le abilità va allenata perché possa sorgere spontaneamente in caso di bisogno. Infatti non possiamo pensare che, se la nostra tendenza è vedere solo quello che non va, nel momento del bisogno il nostro sguardo sia obiettivo e quindi in grado di percepire anche ciò che funziona. E' come nello sport: la tecnica si allena prima della prestazione, durante la gara l'energia psichica deve essere tutta concentrata sulla gestione del momento, dell'imprevisto, per permetterci di agire al meglio. Lo sa bene chi fa sport da combattimento, la scherma o anche il tennis, insomma quando devi essere rapido nel dare una risposta non puoi pensare a come fare la tecnica, deve essere incarnata in modo che esca spontaneamente.

Lo stesso vale anche per la resilienza, va allenata ogni giorno cercando di orientare il nostro sguardo verso la foresta che cresce e non rimanendo solo sull'albero che cade. Purtroppo i mass-media non ci aiutano perché per attirare la nostra attenzione sanno che è più semplice farci vedere ciò che ci minaccia, attivando il nostro sistema di attacco-fuga.

Ma se siamo obiettivi ci rendiamo conto che sono molto più gli alberi che crescono che quelli che cadono. Quando aumentano di molto gli alberi che cadono di solito c'è lo zampino dell'uomo. Quindi non aspettiamo che qualcuno ci porti magicamente la resilienza a casa, alleniamola un pò tutti i giorni. Il nostro sistema nervoso centrale è plastico e si adatta agli stimoli che gli diamo e così le nostre risposte comportamentali. Anche il nostro corredo genetico non è immobile, risponde agli stimoli che gli diamo.

Quindi non ci sono scuse. Sta a noi decidere se continuare a subire il buio o reagire sviluppando una grande sensibilità per la luce.

Luca Lombardini 

www.lucalombardinicoach.com