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Auto green, urgono incentivi

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Nel mercato automobilistico l'attenzione verso le motorizzazioni green resta alta; le cifre sulle immatricolazioni di auto a alimentazione alternativa rese note da Acea ( la European automobile manufacturers association) ogni trimestre mostrano però che il nostro Paese è in controtendenza rispetto al resto d'Europa. 

Se nel vecchio continente, infatti, le immatricolazioni di vetture green (ibride, elettriche, a metano e a Gpl) sono in crescita (+6,4% nei primi tre mesi del 2016), in Italia si è invece registrato un calo (-12,9% rispetto a gennaio-marzo 2015), dovuto alla diminuzione delle immatricolazioni di auto a gas, che scontano la concorrenza dei carburanti tradizionali, i cui prezzi, grazie la calo del costo del petrolio, sono notevolmente diminuiti rispetto ai massimi toccati qualche mese fa.

Le stesse tendenze stanno caratterizzando anche il settore delle flotte aziendali. Proprio le flotte sono da sempre considerate il segmento di mercato d'elezione per le auto verdi, in parte perché tali motorizzazione consentono di ridurre la spesa per il carburante (argomento a cui chi gestisce centinaia di auto è più sensibile rispetto a chi ne gestisce una o due), ma anche perché le aziende devono rispettare obiettivi di natura ambientale ed il fatto di dotarsi di auto verdi le aiuta a raggiungerli ed infine anche per ragioni di immagine aziendale.

Come procede l'inserimento di auto verdi nelle flotte aziendali? Secondo il Rapporto Aniasa 2015, che fornisce i dati sulle immatricolazioni delle società di noleggio a lungo termine (che oggi rappresentano la maggioranza delle auto che fanno parte delle flotte), nel 2015 le immatricolazioni di auto a gasolio sono aumentate del 21%, mentre quelle a benzina del 7%. Questi due carburanti da soli coprono il 96,5% del totale, esattamente come nel 2014. Il restante 3,5% è ripartito tra altri tipi di propulsori, tra cui spicca l'incremento del 58% registrato dai motori ibridi, passati da 1.541 a 2.432. E' diminuita invece la domanda per vetture a Gpl (- 15,6%) ed è cresciuta davvero poco quella per auto alimentate a metano (+2,7%). Quasi triplicata la domanda di auto elettriche, passate da 206 a 561 immatricolazioni in un anno: ma si tratta di numeri molto bassi e insoddisfacenti, da parte dell'Italia, in ottica di riduzione delle emissioni globali post  Accordo di Parigi sul clima 2015.

Come si vede, quindi, la quota delle immatricolazioni di auto ad alimentazione tradizionale nel 2015 è la stessa del 2014. Fra le altre motorizzazioni cresce l'ibrido a scapito di metano e Gpl, come sta avvenendo nel mercato consumer. Cresce poco, però, l'elettrico, con numeri ancora molto ridotti. Dal momento che proprio quella elettrica è considerata l'alimentazione del futuro, come si può velocizzare la sua diffusione nelle flotte?

Ci aiuta a rispondere a questa domanda una indagine del Centro studi auto aziendali. Un primo importante dato che emerge da questa indagine è che 8 fleet manager su 10 adotterebbero auto elettriche nelle loro flotte in presenza di incentivi o di progetti di collaborazione con società energetiche per l'impianto delle colonnine di ricarica. Oggi il livello di conoscenza delle vetture elettriche da parte dei fleet manager non è alto. Infatti, il 27,4% del campione di fleet manager intervistati ha dichiarato di avere un basso livello di conoscenza delle auto elettriche, il 54,1% un livello medio e solo il 18,5% ha dichiarato di avere un alto livello di conoscenza delle auto elettriche. Anche per questo i fleet manager sono piuttosto prudenti nei confronti di questo tipo di veicoli, come dimostrano le risposte date ad una domanda sull'influenza dell'uso di auto elettriche sulla riduzione del Tco (Total cost of ownership) della flotta. Solo il 53,6% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di credere che l'utilizzo di auto elettriche possa incidere positivamente sulla riduzione del Tco della flotta, mentre il 46,4% non crede che questo sia possibile.

Tra i principali vantaggi che le auto elettriche sono in grado di apportare, secondo i fleet manager intervistati, vi sono le minori emissioni di sostanze nocive per l'ambiente, i risparmi economici possibili sia nella spesa per il carburante sia a causa della minore manutenzione di cui ha bisogno un motore elettrico, le agevolazioni nell'uso nelle città e nelle zone a traffico limitato (Ztl) e la possibilità di usufruire di parcheggi riservati, senza trascurare l'impatto positivo che l'uso di auto elettriche avrebbe sull'immagine aziendale. Tra gli svantaggi individuati dai fleet manager vi sono la ridotta durata delle batterie e quindi una percorrenza chilometrica non ancora soddisfacente, l'esiguo numero dei punti di ricarica, i canoni di noleggio ancora molto elevati, l'eccessiva durata del processo di ricarica della batteria e la rete di assistenza ancora poco diffusa. Urgono politiche di sostegno, quindi, per migliorare la penetrazione dell'alimentazione elettrica, se il paese ci punta.

Fonte: "Il Sole 24 ore"