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Ginocchio e tono muscolare

ginocchio

L'articolazione del ginocchio vive di equilibri muscolari per certi versi molto delicati soprattutto quando si richiede una funzionalità esasperata.

Oltre agli equilibri necessari alla funzionalità è richiesta anche un minimo di forza muscolare in rapporto al peso del soggetto ed al gesto sportivo che questo deve compiere. Vi sono infatti alcune patologie del ginocchio che possono dar segno di sé proprio quando il tono muscolare scende al di sotto di un determinato standard: in particolare sono le patologie a carico dei menischi e quelle a carico delle cartilagini femoro-rotulee, le prime a manifestarsi. Il motivo è da ricercare principalmente in una instabilità del ginocchio in relazione all'insufficienza muscolare ed un diminuito effetto "ammortizzatore" determinato dalla sinergia muscolare. 

Il tono ed il trofismo della muscolatura sono determinati ai fini della plasticità del movimento. 

La forza muscolare è strettamente correlata con la resistenza muscolare.  Quest'ultima è la capacità di eseguire contrazioni muscolari ripetute contro una resistenza esterna per un periodo di tempo prolungato. L' aumento della forza del muscolo tende ad incrementare anche la resistenza.

Per una persona comune, probabilmente è più importante lo sviluppo della resistenza muscolare piuttosto che quello della forza o della potenza in quanto le attività della vita quotidiana richiedono più che altro doti di resistenza muscolare. Questo aspetto si fa via via più importante con l'aumento dell'età. Per la maggior parte i movimenti compiuti nella pratica sportiva sono esplosivi per cui, per poter essere efficaci, necessitano sia di forza che di velocità.

Un programma di allenamento della forza muscolare induce molti adattamenti fisiologici; innanzitutto vi è un effetto ipertrofico delle masse muscolari, un rafforzamento delle strutture non contrattili, quali tendini, legamenti e cartilagini. Inoltre aumenta il contenuto minerale dell'osso che diventa più resistente.

METODI

L'esercizio isocinetico, l'esercizio isotonico, l'elettrostimolazione, l'esercizio isometrico, l'esercizio eccentrico, e le esercitazioni tecniche rappresentano le metodologie per migliorare la forza muscolare. Gli obiettivi del rinforzo muscolare sono: ottenere un potenziamento selettivo dei distretti muscolari prescelti, evitando di sovraccaricare le strutture adiacenti; ottenere un riequilibrio del corretto rapporto agonista/antagonista ed il riequilibrio omo/controlaterale. Spesso le metodiche di rinforzo muscolare vengono completate con l'ausilio di esercizi di stretching ed esercizi propriocettivi.  

Giorgio Pasetto

Dottore in scienze motorie – Dottore in Osteopatia
www.centrobernstein.it

 

Biosaunaterapia

biosauna

La letteratura scientifica sta evidenziando gli effetti terapeutici della biosauna. Fare la biosauna secondo un protocollo particolare determina effetti positivi sia in senso preventivo che curativo per molte patologie: contratture e affaticamenti muscolari, artrosi, obesità, cellulite, raffreddori, influenze, bronchiti, polmoniti, ritenzione idrica, inestetismi cutanei, nevrosi, patologie cardiache lievi.

Con la biosauna tutto il sistema circolatorio viene sollecitato e stimolato ad una vaso-dilatazione sistemica. La permanenza nelle biosauna, inoltre, induce un temporaneo innalzamento della temperatura corporea (fino ad un massimo di 39,5°C) detto febbre artificiale o terapeutica che, quando avviene con assiduità, mantiene "in allerta" il sistema immunitario rafforzando così ulteriormente le difese dell'organismo.

Il cuore si allena

I positivi effetti della biosauna sul cuore sono confermati, viene suggerita spesso come forma di riabilitazione (a debita distanza di tempo). Entrati in biosauna, la frequenza cardiaca sale fino a 90-120 battiti al minuto: gli stessi battiti si fanno contemporaneamente più profondi , il che determina il rafforzamento del muscolo cardiaco con un generale miglioramento di tutto l'apparato cardiocircolatorio.

Il protocollo terapeutico

Per le patologie evidenziate suggeriamo il seguente protocollo:    1° fase - 10 minuti di permanenza e successiva doccia tiepida

                                                                                                        2° fase - 15 mimuti di permanenza e successiva doccia tiepida

                                                                                                         3° fase - 20 minuti di permanenza e successiva doccia tiepida

                                                                                                        4° fase - 25 minuti di relax, distesi, coperti e bere una tisana o un integratore idrosalino ipotonico.

L'abbondante sudorazione inoltre purifica i pori della pelle che resta perciò più luminosa, liscia ed elastica. La biosauna ha anche un certo effetto dimagrante, infatti innalzando la frequenza cardiaca si aiuta il metabolismo dei grassi anche per alcune ore dopo la biosauna. Dopo tre passaggi si possono perdere fino a un chilo e mezzo, ma poiché è di vitale importanza reintegrare i liquidi perduti, bevendo, parte di questo beneficio viene perduto. 

Giorgio Pasetto
www.centrobernstein.it
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Alimentazione e peso forma

alimentazione e peso forma

Quanto devo mangiare per essere in forma?

Se vuoi veramente che il tuo corpo e la tua mente siano sempre "in forma" pensaci anche a tavola. Mangia sano, correttamente, coltiverai così il tuo benessere, migliorando l'efficienza del tuo fisico. Mangia quanto richiesto dal tuo metabolismo, in maniera equilibrata, varia e ben distribuita nei diversi pasti della giornata. L'alimentazione deve fornirti l'energia di cui hai bisogno a seconda delle attività che svolgi.

Il tuo peso corporeo è il risultato del bilancio tra le entrate (quello che mangi) e le uscite (quello che consumi) e la qualità dei cibi che assumi. Un'attività fisica regolare ed un adeguato apporto energetico concorrono a farti raggiungere un peso corporeo ottimale. Le corrette abitudini alimentari fanno parte del programma di allenamento. Mangiare bene favorisce l'adattamento biologico necessario per una regolare attività fisica, migliorando le tue prestazioni.

Mangia in modo equilibrato!

Rispetta il giusto rapporto tra i diversi nutrienti energetici (carboidrati, proteine e grassi) e non energetici (acqua, sali minerali, vitamine). Una razione alimentare corretta prevede: carboidrati 50/60% - grassi 25% - proteine 15/25%

Mangia in maniera varia

in modo da assumere nella giusta quantità e proporzione i diversi nutrienti per garantire la completa copertura di tutti i fabbisogni. Distribuisci l'alimentazione della giornata in almeno tre pasti principali: la prima colazione, il pranzo e la cena e se possibile, in altri due piccoli pasti intermedi, uno spuntino a metà mattino, e una merenda nel pomeriggio. Una distribuzione corretta dell'energia giornaliera assunta dovrebbe essere:

colazione 25%

spuntino e merenda 10%

pranzo 30%

cena 25%

Seguire un programma nutrizionale non significa rinunciare al piacere della cucina!

Tra gli alimenti consigliati scegli quelli che più soddisfano il tuo gusto. Mangiare con gusto garantisce migliori processi digestivi e favorisce l'assorbimento e l'utilizzazione degli alimenti. Un'alimentazione adeguata ai consumi, equilibrata e varia assicura il soddisfacimento dei fabbisogni nutrizionali di chi pratica dell'attività fisica. Può comunque risultare utile il ricorso ad integratori alimentari (aminoacidi, sali minerali e vitamine, antiossidanti, omega 3, creatina) su consiglio ed indicazione degli esperti. Un detto corrente afferma, senza mezzi termini, che "la maggior parte delle persone diventano obese a causa dell'inattività fisica". L'obesità è correlata con numerose malattie, quali diabete, ipertensione, coronaropatie, ictus, insufficienza epatica, danni osteo-articolari (artrosi).

Che cos'è l'obesità?

Le voci più autorevoli generalmente concordano nel sostenere che il peso corporeo normale raggiunto all'età compresa tra i 25 e 30 anni non dovrebbe essere oltrepassato per tutto il corso della vita restante. Un peso che ecceda del 15% indica che vi è tendenza all'obesità, un peso del 25% superiore al normale sta a significare un'obesità manifesta. Il termine obesità indica un contenuto di grasso nel corpo di entità superiore alla norma. Per valutare la quantità di grasso corporeo è sufficiente fare un semplice esame che prende il nome di impedenziometria (analisi della composizione corporea). Valori di grasso inferiori al 15% negli uomini e 20% nelle donne rispetto al peso totale sono da considerarsi nella norma.

Cosa fare per non accumulare grasso? 

La prevenzione dell'obesità ha molto più successo che il suo trattamento. Ciò è particolarmente vero durante l'adolescenza. I risultati sperimentali inducono a ritenere che la sovralimentazione durante questo periodo può provocare iperplasia degli adipociti (aumento di numero delle cellule adipose) preparando così il terreno nel quale l'obesità può crescere e fiorire.

L'esercizio mantiene basso il contenuto totale di grasso corporeo e può ridurre la portata del suo accumulo nelle cellule adipose. Se un determinato apporto di cibo non consente la riduzione di peso, allora bisogna aumentare l'attività fisica per ottenere un bilancio energetico negativo. Le attività devono essere scelte in modo da richiedere una notevole spesa di energia, ma allo stesso tempo devono essere compatibili con la capacità e le abilità fisiche dell'individuo.

Le abitudini di vita si instaurano precocemente, sicché prima si iniziano i programmi di controllo tanto meglio è.

Giorgio Pasetto

Laser e laserterapia

laserterapia

La luce e l'energia luminosa in generale rivestono un'importanza fondamentale nello sviluppo e nella vita di qualsiasi essere vivente; basti pensare alle piante e al ruolo decisivo che svolgono i fotoni nella realizzazione del processo fotosintetico dei vegetali.

L'energia solare agisce sui corpi grazie agli effetti provocati dalle piccole particelle di materia che la compongono, i fotoni. Le sorgenti luminose naturali a disposizione dell'uomo sono state studiate e analizzate nel tempo, arrivando alla creazione e alla specializzazione sempre più avanzata di sorgenti artificiali.

Il LASER è l'ultimo e il più avanzato tipo di sorgente luminosa oggi a nostra disposizione.  L.A.S.E.R.  (Light Amplification by Stimulated Emission  of Radiation) significa amplificazione di luce per mezzo di un'emissione stimolata di radiazioni.

Laser Terapeutici

L'importanza della luce nello sviluppo dei processi biologici era nota fin dall'antichità e i bagni di sole cui si sottoponevano gli Egizi ne sono la prova più evidente. La possibilità di concentrare la luce e di sfruttarla, in modo potenziato, per scopi diversi, fu intuita agli inizi del secolo scorso, grazie alle teorie di albert Einstein e, dopo il secondo conflitto mondiale, applicata da fisici statunitensi e sovietici. La tecnologia Laser applicata al campo medico ha visto la propria nascita alla fine degli anni '70 - inizi anni '80 e, da quel momento ha fatto registrare una continua evoluzione. La specializzazione continua ha consentito di utilizzare le sorgenti Laser per diversi usi medici e ha individuato come migliori per la biostimolazione la combinazione tra le luci Laser pulsate e i Laser continui.

Nel campo della terapia, l'emissione di luce Laser si realizza atraverso l'utilizzo di diodi. Entrambi i tipi Laser, pulsati e continui, trovano applicazione nei settori della terapia biostimolazione e nella chirurgia. L'utilizzo di diverse densità di potenza caratterizza queste due branche. La terapia Laser si divide in terapia a contatto e terapia a scanzione. I tempi di trattamento devono essere stabiliti individualmente, per ogni singolo caso. Il trattamento deve essere il più precoce possibile e coordinato con altri presidi medici. La gamma di patologie che traggono vantaggio dall'utilizzo della terapia con luce Laser è estremamente vasta.

Gli ambiti in cui la Laser terapia ottiene buoni effetti sono: artrosi, sciatalgie, poliartriti scapolo-omerale, poliartriti delle mani e piedi, epicondiliti, atrosi dell'anca nelle fasi iniziali, gonalgie con o senza versamento, torcicollo, lombaggini, Miositi, stiramenti e strappi muscolari, distorsioni articolari, tendinite, contusioni, ematosi ed ecchimosi, borsiti; dopo la rimozione di apparecchi gessati o interventi chirurgici ortopedici.

E' stato osservato che se la luce Laser è somministrata in giuste dosi, si ottiene una stimolazione di certe funzioni cellulari, soprattutto in presenza di cellule che presentano deficit funzionali. 

Giorgio Pasetto
www.centrobernstein.it
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Core Stability

salute

Il termine "Core Stability" è diventato in voga e spesso abusato, tuttavia la sua popolarità ha dei fondamenti concreti ed una stabilizzazione efficace del tratto lombo-sacrale deve essere presa in considerazione ogni volta che si affrontino temi come prestazioni a livello agonistico, prevenzione, lombalgia e riabilitazione.
Il risultato funzionale di una ottimale "Core Stability" è la capacità di operare un adeguato controllo motorio e quindi di mantenere una postura corretta particolarmente della zona lombare e pelvica, che rappresentano due distretti delicati di ogni sportivo ed in ogni trattamento riabilitativo, ma anche di un qualunque individuo nello svolgimento delle attività quotidiane.
Ad esempio, in tutte le attività che comportano la corsa, una ottimale "Core Stability" permette all'atleta di applicare le sue forze in modo più efficace (correre più velocemente), riducendo contemporaneamente il rischio di infortunio o di re-infortunio.
I muscoli che sono coinvolti nella stabilizzazione del "Core" sono principalmente:
- il traverso dell'addome
- gli obliqui esterni
- gli obliqui interni
- il retto addominale
- il quadrato dei lombi
- i dorsali
- il multifido

Fondamenti
Hodgs e Richardson hanno descritto l'area della colonna lombare e dei lombi come intrinsecamente instabile, in termini pratici questo significa che la colonna lombare affida la sua stabilità ai muscoli che supportano attivamente questa area.
Questo "supporto" attivo ha origine da 4 meccanismi; la tensione dalla fascia toraco-lombare; la pressione intra-addominale; i muscoli paraspinali e gli estensori lombari profondi. La fascia toraco-lombare può fornire un supporto elastico alla zona lombare attraverso l'attività dei muscoli profondi del tronco.
Il trasverso dell'addome e i muscoli obliqui interni si connettono entrambi alla fascia toraco-lombare; questa fascia avvolge la colonna, collegando ad essa i muscoli profondi del tronco. Quando il traverso dell'addome si contrae, aumenta la tensione sulla fascia toraco-lombare che in risposta trasmette un forza di compressione alla colonna lombare, aumentandone la stabilità. L'aumento della tensione della fascia toraco-lombare, comprime i muscoli erettori della colonna ed il multifido, incoraggiando questi alla contrazione ed a resistere alle forze di flessione sulla colonna.
Il meccanismo di pressione intra-addominale fornisce un elemento di supporto all'intera area lombare. Una contrazione del pavimento pelvico, del trasverso dell'addome, o dell'obliquo interno e dei muscoli della parte bassa della schiena, aumentano la pressione intra-addominale, che in risposta, esercita una forza elastica sulla guaina del retto addominale. Questa guaina avvolge il retto addominale e si collega ai muscoli obliqui interni ed al traverso dell'addome, circondando l'addome. Questo "sacco d'aria" riduce la compressione e spezza le forze che agiscono sulla colonna.
Le ricerche mostrano che la pressione intra-addominale aumenta prima e durante esercizi di sollevamento ed anche durante la corsa, avvallando l'idea che essa giochi un ruolo cruciale nella stabilità lombare.
Le ricerche hanno anche dimostrato l'importanza dei muscoli profondi paraspinali e lombari in quanto stabilizzatori.
E' probabile che questi muscoli agiscano con una contrazione statica per resistere ad ogni estensione lombare e forze torsionali. I muscoli paraspinali – interspinali ed intertrasversali – garantiscono un effetto individuale stabilizzante sulle vertebre a loro adiacenti, agendo in modo analogo a dei legamenti.
Si è dimostrato che il muscolo multifido risulta attivo durante l'intera gamma di movimenti della zona lombare e durante i movimenti dei lombi alti e bassi.
Da questa breve spiegazione anatomica e della ricerca relativa ai muscoli dell'area lombare, è chiaro che i muscoli profondi del corpo (trasverso, multifido, obliquo interno, paraspinali e pavimento pelvico) sono la chiave del supporto attivo della colonna lombare e quindi della stabilizzazione della zona stessa.
La co-contrazione di questi muscoli produce delle forze che, attraverso la fascia toraco-lombare ed il meccanismo della pressione intra-addominale, stabilizzano la colonna e i muscoli paraspinali ed il multifido agiscono direttamente nel resistere alle forze che agiscono sulla colonna lombare. Le analisi effettuate suggeriscono che la maggior parte delle patologie che colpiscono la zona lombare sono in genere causate da traumi banali piuttosto che da situazioni importanti.
Per questo motivo i pazienti in genere risultano confusi da ciò, ma è importante comprendere che è " la goccia d'acqua che fa traboccare il bicchiere ".

Giorgio Pasetto
Dottore in scienze motorie – Dottore in Osteopatia
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Donare sangue salva molte vite e aiuta a stare in forma

Donare abitualmente sangue oltre ad essere un atto estremamente nobile comporta un virtuoso stile di vita che aiuta a stare in forma. Va ricordato che il donatore è sottoposto a visita medica ad ogni donazione e ogni anno vengono effettuate accurate e complete analisi del sangue. Il lavoratore dipendente ha poi anche diritto ad una giornata di riposo retribuita. In definitiva iniziare il percorso di donazione del sangue già nella fascia di età dei 18/25 anni significa ipotecare un progetto di vita salutare con tutti i relativi vantaggi per la propria qualità di vita futura. Grazie ai donatori l'Italia è un paese autosufficiente ormai da diversi anni e se anche nel periodo estivo può capitare che alcune regioni possano trovarsi in situazioni di carenza il Sistema è strutturato in modo da garantite lo scambio interregionale.
Nel 2015 sono stati trasfusi 8.510 emocomponenti al giorno e curati 635.693 pazienti (1.741 al giorno). Attualmente i donatori di sangue in Italia, grazie ad associazioni e federazione di volontariato (Avis, Croce Rossa, Fidas, Fratres) sono 1.7milioni e di questi 8 su 10 donano in maniera periodica, il che consente all'Italia di rientrare nella Lea (Livelli essenziali di Assistenza); tuttavia, il direttore del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno, torna a richiamare l'attenzione sulle "prospettive che derivano dalla composizione anagrafica degli italiani" e sollecita la "necessità di agire con consapevolezza per rassicurare il ricambio generazionale".
Attualmente, infatti, la fascia di età da cui proviene la maggioranza delle donazioni è quella tra i 30 ed i 55 anni. La percentuale di giovani sul totale dei donatori, nel 2015, era del 31,67%. Considerati i dati sull'invecchiamento della popolazione, entro il 2020 la riduzione dei donatori può attestarsi sul 4,5%.
Per diventare donatore, oltre ovviamente al buon stato di salute, le condizioni di base sono:
Età:compresa tra i 18 e 60 anni (per candidarsi a diventare donatori di sangue intero); 65 anni è l'età massima per proseguire l'attività di donazione per donatori periodici.
Pulsazioni: comprese tra 50-100 battiti/min (anche con frequenza inferiore per chi pratica attività sportive). 
Pressione arteriosa: sistolica (massima) tra 110 e 180 / e diastolica (minima) tra 60 e 100.
Stile di vita: nessun comportamento a rischio.
 
Gian Pietro Sartori

Non dimentichiamo lo stretching

Stretching 1 400-266

A volte lo facciamo senza saperlo, ad esempio appena ci svegliamo al mattino. In altri contesti invece diventa una vera e propria attività motoria. Stiamo parlando dello stretching, un insieme di esercizi pensati per migliorare l'allungamento muscolare, preparare all'attività fisica e incentivare il recupero dopo lo sport. Prevede solo pochi minuti di impegno, che possono rivelarsi fondamentali e da eseguire dopo essersi leggermente scaldati, per evitare di produrre l'effetto opposto. Prima di correre, ad esempio, cinque minuti di camminata veloce possono bastare per introdurre lo stretching a gambe, spalle e braccia, che durante la corsa contribuiscono alla spinta, facendo sentire meno fatica. Le cronache sportive riferite da preparatori e fisioterapisti ci dicono invece che accade spesso il contrario. Molti saltano il riscaldamento che porta l'organismo da 37 a 38 gradi centigradi e aiuta la circolazione preparando cuore e polmoni alla fatica. Inoltre, in questo modo, si aumenta la vascolarizzazione dei muscoli che diventano più reattivi ed elastici e subiscono meno strappi o stiramenti.

Pietro Albertelli

 

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Quando troppe ore al volante o al computer provocano la cervicalgia

CERVICALGIA

Guidare tante ore e lavorare al computer può scatenare dolore al collo. Quando TAC, risonanza magnetica, ecografie e visite specialistiche non evidenziano nulla di significativo che possa giustificare i disturbi dolorosi, si può parlare di cervicalgia muscolo tensiva. La conferma la potrà dare una radiografia. Questa mostra un'immagine che non lascia dubbi: la riduzione della lordosi cervicale. Questa curva della colonna vertebrale in caso di cervicalgia muscolo tensiva si appiattisce rendendo il collo rigido e teso. I muscoli del collo diventano talmente tesi che riescono a modificare la curvatura della colonna facendo trazione sulle vertebre alle quali sono attaccati, una trazione così forte che modifica la corretta postura della curva cervicale fino a schiacciare i dischi intervertebrali e deformare la parte del corpo vertebrale generando protusioni e artrosi.

Quasi tutti conosciamo la relazione tra stress e disturbi gastrici, colite, mal di testa, fino ad arrivare alle malattie cutanee, pochi approfondiscono il legame tra stress e cervicalgie. Questa patologia ha un esordio in genere giovanile con le prime responsabilità di studio, lavorative o familiari; naturalmente a questo si aggiungono atteggiamenti posturali sbagliati, sbagliate posizioni come alla guida, alla scrivania e mancanza di attività fisica. Il dolore cervicale è come un cane che si morde la coda: la tensione muscolare rende collo e spalle dolenti e il dolore aumenta l'involontaria contrazione muscolare e così di seguito.

Per cercare di risolvere il problema, diventa fondamentale intervenire sui muscoli, ristabilire una postura corretta e rompere il circuito dolore - tensione - dolore. Per fare ciò bisogna controllare la posizione alla guida, usare sedie ergonomiche alla scrivania e al computer e controllare la seduta (distanza dallo schermo, corretto utilizzo del mouse, ecc.).

Farmacologicamente si usano antinfiammatori e miorilassanti. Un importante aiuto può arrivare dai massaggi, dallo shiatsu, dalla ginnastica di rieducazione posturale, dallo stretching o dalle tecniche di rilassamento muscolare come lo yoga. Beneficio si ottiene anche dalle terapie elettriche come il laser, tecar o correnti antalgiche. 

Alfonso Palombo

www.usarcilanarc.it